Frammenti

20.06.2023
Sillabe e suoni
Ruggine di sottofondo
Goccia di kukicha che bagna
Una poesia scarabocchiata
Guardo la neve che maschera
Occhi lacrimanti di gioia rinfusa

03.02.2023
Quando il tumulto sprofonda
Tra le righe del mare
Intrecciano i sospiri
E danzano gli unicorni
Unico è il nostro andare 
Regaliamo il superfluo
Al collezionista nero 

12.01.22
In punta di piedi allentavo le viti di ingranaggi avvizziti lasciando al cielo il compito di far crollare il mio scheletro di finto avorio con un colpo di vento.
Il mio nome è stato scritto tra le insenature del tempo – ogni nome dovrebbe essere così – ma nessuno me l’ha mai ricordato. Le sfumature sono impercettibili lettere che curvano lo sguardo, piccole gemme regalate nell’era dei Pesci.
Ieri sera ho visto il domani in un susseguirsi di dodici lame, come uno stagno che si trasforma improvvisamente in un oceano di lacrime. E’ quell’odore che penetra i sensi poco prima che la pioggia arrivi, torbido profumo di seta bruciata.
Arpeggio note inconsistenti con l’idea incompiuta di un sorriso astratto, bozze colorate che si ricollegano ai miei sogni abbandonati, gettati nello scantinato della memoria. Timidamente apro quella porta e mi siedo sulla poltrona di tessuto antico al centro della stanza. Oltre le pareti c’è solo il muto frastuono del nulla che mi chiama, ma io non rispondo e con i piedi scalzi attendo che l’acqua salga sfiorando la mia pelle.
Cos’è una metamorfosi se non la sofferenza di una nuova vita? Vomito placenta dorata e imploro al mio riflesso di non andarsene. Stringo la sua mano che lentamente si lascia andare al bivio e all’alba una collina di cedri innevati si tramuta nella mia nuova dimora.
Oggi è il metallo prezioso che piego senza farmi male, lucido e inscalfibile. Domani rivedrò la mia ombra insanguinata e tra frammenti di cristallo danzerò ancora con lui come un regalo che ripeterò fino al mio sereno addio.

On my tiptoes I loosened the screws of parched gears, leaving it to fate to bring down my fake ivory skeleton with a gust of wind.
My name has been written among the creeks of the time – every name should be like this – but no one has ever reminded me of it. The nuances are imperceptible letters that curve the gaze, small gems given away in the Pisces era.
Last night I saw tomorrow in a succession of twelve blades, like a pond that suddenly turns into an ocean of tears. It is that smell that penetrates the senses just before the rain arrives, the muddy scent of burnt silk.
I play arpeggios of inconsistent notes with the unfinished idea of an abstract smile, colored sketches that are linked to my abandoned dreams, thrown into the basement of memory. Timidly I open that door and I sit on the antique armchair in the center of the room. Beyond the walls there is only the mute din of nothing calling me, but I do not answer and with bare feet I wait for the water to rise, touching my skin.
What is a metamorphosis if not the suffering of a new life? I vomit golden placenta and beg my shadow not to go away. I shake her hand that slowly indulges at the crossroads and, at dawn, a hill of snow-covered cedars turns into my new dwelling.
Today it is the precious metal that I fold without hurting myself, shiny and unscratchable. Tomorrow I will see my bloody shadow again and among crystal fragments I will dance with them again as a gift that I will repeat until my peaceful farewell.

30.07.2021
Lieve è la pausa che sormonta i silenzi
Lieve è il sottile filamento di un fiume
Lieve è il cambiamento che penetra la pelle
Lieve è il brusio di piccole stelle nascoste
Lieve è l’anima di un bambino in estasi
Lieve è la parola che aiuta a rialzarsi
Lieve è il sorso di un tè caldo al mattino
È il sospiro di un battito di cuore assente
Lieve è il calore di un abbraccio perduto
Lieve è il senso di tutto ciò che facciamo
Lieve è il soffio che sovrasta la ragione
Lieve è tutto ciò per cui realmente esitiamo.

29.07.2021
Sempre più spesso osservando la dualità della vita
Mi chiedo quante volte i nostri occhi hanno guardato veramente.
Tutto fluisce nella quotidiana abitudine appassendo giorno dopo giorno.
Ma è quando il sorriso si fa finto che bisogna rallentare e chiudere gli occhi.
E quanto è difficile a quel punto capire di aver preso una strada sbagliata.
E quanto è difficile a quel punto cambiare via.
Siamo fragili, è difficile da ammettere
Circondati da burattini boriosi in un teatro famelico.
Ma è solo a quel punto che una piccola fiamma ha ripreso a far luce.
E ogni cosa inizia lentamente a perdere di valore.
E sono parole senza senso quelle che seguono.
Piccolo incastri di un ingranaggio che ha ripreso a girare.
E’ il suono degli opposti che diventa un unico movimento.
E’ il silenzio che risponde dove i dubbi emergono.
Siamo perfetti, è difficile da ammettere
e in un teatro di burattini che ci vuole inclinare
C’è sempre uno spiffero dove respirano giochi di luce
Piccole gocce di pioggia radiosa che altro non vogliono
che illuminare i nostri sguardi spenti.



21.04.2021
Piccoli siamo eppur le parole non mancano
Ridotti a girare in rettangoli di carta
crediamo di aver in mano frammenti d’opale.
E se tutto fosse un gioco? Ti chiedo.
Se così fosse avrei finora fallito
Inseguendo inutili danze allo specchio
Mentre fuori il cielo ogni giorno canta con delicate voci color acquarello spostando ripetutamente il mio sguardo dove gli animali da tempo vedono
Ma ancora inesperte le mie nuove orme altro non fanno che ricalcare i contorni di quelle nere pozze dove il brusio del vento è un soffiare di stupide sentenze.

09.04.2021
Passeggi tra le nuvole della mente
Percorrendo la strada più comoda
Con le punta delle dita colorate di rabbia indichi le note non intonate 
E la ruggine dalla tua bocca esce
colma di parole rosso ardore
La logica dell’intelletto ti fa credere di conoscere gli interstizi di questo mondo, ma solo quando le colonne che avevi disegnato si sgretoleranno capirai la voce del silenzio.


21.10.2020
Ancore
Lascio il tempo rallentare
Tra silenzi di neve
Assembrano stille di luce
Nuovamente nell’ombra
I recinti son pronti
Perdonate chi siamo
Questo è il pianto
Di un seme inerme…